10 Dic Santa Lucia nella Tradizione Carpigiana
Nel 1980 avevo cominciato a raccogliere testimonianze orali inerenti il lavoro e la religiosità popolare, due tematiche strettamente legate, tant’è che i ricordi sull’allora celebrazione di Santa Lucia quale protettrice della vista era particolarmente sentita dalle trecciaie e cappellaie che lavoravano per l’arte o industria del truciolo.
Ora, riprendendo in considerazione quei materiali mi rendo conto di come sia cambiato il mondo e come quelle testimonianze raccolte allora siano preziose, specialmente perché nessuna delle persone che le hanno rese sono ancora al mondo e mi piace sapere che i loro racconti le mantengano in vita.
Allora c’era ancora la tintoria Campagnano (in viale Carducci) dove, il mercoledì, si teneva ancora un mercato di prodotti in truciolo, trecce e cappelli che arrivavano perlopiù da Villarotta.
A Carpi c’era ancora l’Irne Galloni che distribuiva mazzi di paglie alle tante anziane che ancora gliele chiedevano: trenta lire per sessanta metri di treccia da tre, anche se c’era ancora chi faceva intrecci più complessi: zig-zag, dondole, tavoloni ecc. Oggi se chiediamo a un giovane cosa fosse il truciolo sicuramente lo mettiamo quantomeno in difficoltà.
Quindi le aspirazioni dei giovani oggi, a partire dalla primissima infanzia sono iperbolicamente mutati, perlopiù i desideri appartengono all’area altamente tecnologica. Dal computer giocattolo al tablet più o meno complesso, alla telefonia mobile ecc…Quest’ultimo aspetto del cambiamento credo che oltre ad aspetti positivi possa averne degli inquietanti.
Nel 1997 avevo riordinato tutti i materiali raccolti nell’ambito del ciclo di feste natalizie e inerentemente a Santa Lucia.
Santa Lucia, Natale, Epifania sono scadenze dal portato simbolico equivalente, contraddistinte, come i più antichi Saturnali, dallo scambio di doni.
Il 13 dicembre – Saanta Lucìa, la nòot più lunnga ch a s èggh sìa.
Santa Lucia, la notte più lunga che ci sia. Il detto risale a quando era in vigore il calendario Giuliano, promulgato da Giulio Cesare il 46 a.C., in cui il solstizio d’inverno cadeva il 13 dicembre. Durante il solstizio, il sole, muovendosi lungo l’ellittica terrestre, raggiunge la minima altezza sull’orizzonte. Per questo motivo, la notte tra il 12 e il 13 era considerata, a ragione, la più lunga dell’anno. Nel 1582, però, papa Gregorio XIII riformò il calendario che è lo stesso che ancora oggi abbiamo in vigore. Così il solstizio passò al 21 dicembre (circa), ma il proverbio continuò a trasmettersi immutato. Per i più piccoli, nonostante la spiegazione prettamente scientifica, è considerata la notte più lunga per la trepidante attesa di ricevere doni che, secondo la leggenda, vengono portati dalla Santa. È una tradizione ancora viva nelle nostre zone, che si distingue dai doni di Gesù Bambino o della Befana.
Prima della riforma del calendario dunque si poteva anche dire… Pèr Saanta Lucìa al paas èd ‘na furmiiga. Per Santa Lucia il primo passo di una formichina verso l’allungamento del giorno.
Pèr Saanta Lucìa Un pèe de striia. Un piede di strega
Pèr Saanta Lucìa al dèe al crèess d ’na criia Il giorno cresce di un poco.
L’arrivo di Santa Lucia
A Carpi il ciclo delle tradizionali feste natalizie era, e continua ad essere, anticipato dall’antica, molto sentita e osservata celebrazione di Santa Lucia. Questo fatto assimila la gente del luogo più al costume lombardo, che a quello dell’area modenese, dove la ricorrenza passa pressoché inosservata.
In quel giorno, presso la chiesa di San Francesco a Carpi, veniva celebrata più di una messa, cui partecipavano non solo gli abitanti della città, ma anche quelli provenienti dalle varie frazioni.
Don Enrico Muzzioli, redigendo la “Cronaca di Carpi” dal marzo 1945 all’8 gennaio 1955, non tralasciò mai di annotare come significativa questa celebrazione e, in particolare, nel 1949 scriveva: “A San Francesco il solito enorme popolo per la festa di Santa Lucia. Particolare degno di nota che quest’anno alla Messa delle sei moltissimi erano gli uomini e in minor numero le donne. E alla benedizione della sera non si sono indossati, per il primo anno, gli indumenti rossi, ma i bianchi, come di dovere. Alle quattordici e mezzo spettacolo di burattini al Teatro Focherini, dati da Ennio Preti.”.
Irne Galloni, di professione partitante del truciolo in contrada San Francesco, ricorda:
“Per Santa Lucia venivano anche dalla campagna, che l’han sempre festeggiata. Quella lì era una festa per loro… per venire a Carpi, per fare un giro sotto i portici, andare a vedere le vetrine… Mia sorella teneva aperto fino alle dieci di sera, perché la gente delle frazioni veniva via dalla benedizione in chiesa e, prima di andare a casa, venivano a prendere le paglie…”
Luisa Pozzetti, originaria di Fossoli, conferma: “Per Santa Lucia, da Fossoli, venivamo a Carpi. Per poter venire, i genitori ci davano la prova del lavoro… Allora si faceva la treccia: se uno doveva andare a Santa Lucia, bisognava che finisse presto il lavoro di una intera giornata. In quel giorno ci davamo da fare dalla mattina presto e, quando avevamo finito la prova, prendevamo un pezzo di pane e venivamo a Carpi a piedi. Era una festa grande, della miseria ce n’era molta, ma eravamo più buoni, più miti, eravamo come pecore. Venivamo tutti a Santa Lucia in San Francesco: c’era la musica e dicevano una messa ogni ora… Santa Lucia portava poche cose, perché eravamo poveri; veniva per i più piccoli. I regali erano come quelli della Befana: un pezzo di gnocco di castagne, un cartoccino di noccioline americane (mericaani), un po’ di castagne secche, raramente un giocattolo…”.
Adorina Gualdi ricorda: “I giocattoli si sognavano. Si andava davanti alla vetrina di Dindino in Corso Alberto Pio, dove erano esposti i giocattoli, che però potevano comperare solo i signori e si diceva: – Da ché a ché, è tutt mio! – Ma era solo un sogno…”.
“Saanta Lucìa – maama mia
Porta dla ròoba in schèerpa mia
Cun la bóorsa dal papà
Saanta Lucia la purtarà”
Zelma Neri, moglie del fotografo Cinzio Gasparini, nel 1953, per il figlio piccolissimo scriveva una preghiera rimata a Santa Lucia:
Tu nella notte buia e scura
Silenziosa in ogni casa vai.
Tu, buona, entro ogni calzatura
Lasci un dono, un’auto o un tramvai
O un altro giocattolo desiderato
Da tanti giorni, tanto sognato
Quante ti attendono! Quante scarpette
Allineate sotto i camini
E i bimbi dormono già dalle sette
sognando bambole, orsacchiotti e trenini
Santa Lucia, io son piccino
Ma di una cosa vorrei pregarti
Mentre io dormo nel mio lettino
Deh, non passare senza fermarti!!!
Io non so scrivere la letterina
Per chieder dono, o questo o quello
Ma di pregarti ogni mattina
Non ho mancato da appena sveglio
No, non desidero tanti doni
Ma uno solo già tu lo sai
Esser segnato tra i bimbi buoni
Così son certo ti fermerai
Se poi vuoi portarmi un regalo soltanto
Io ti ringrazio tanto tanto.
Altro non chiedo o Santa Lucia
Che dei bimbi ce ne sono tanti
E non scordarti nessuna via: falli felici tutti quanti.
Lara Daloli (Carpi):”Era molto “carpigiana” la tradizione della Messa di Santa Lucia nella chiesa di San Francesco, era celebrate dal Vescovo. Per trovare posto a sedere era necessario arrivare con largo anticipo! Dopo la Messa era d’obbligo il passaggio alla “pesca”! La pesca si teneva nei locali della canonica, si pagava per poter “pescare” un biglietto (piegato o arrotolato), il numero riportato corrispondeva a un oggetto che costituiva la vincita. La pesca è stata organizzata fino al terremoto del 2012″
Ancora oggi, seppur in modo assai diverso rispetto a un passato recente, Santa Lucia è conosciuta da tutta l’infanzia carpigiana come la santa che porta i doni durante la notte, doni molto più consistenti di quanto non fossero un tempo. Per l’occasione, i negozi di giocattoli, che rimangono aperti oltre il solito orario, sono letteralmente presi d’assalto da tutti coloro che in casa hanno bambini.
Ecco in conclusione la VERA storia di Santa Lucia. Chi è e perché si festeggia il 13 Dicembre di ogni anno.
Santa Lucia da Siracusa nacque nel 283 e morì martire, durante le persecuzioni di Diocleziano, il 13 dicembre 304.
La sua festa liturgica ricorre quindi il 13 dicembre, in prossimità del solstizio d’inverno, come sopra ricordato e proprio per questo motivo esiste il detto: “Santa Lucia il giorno più corto che ci sia”.
È considerata la protettrice degli occhi, degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini e viene spesso invocata nelle malattie degli occhi.
La devozione per la Santa siciliana è molto forte in Svezia (festa della luce) ma anche in alcune parti d’Italia, soprattutto in Trentino e nelle province di Udine, Bergamo, Verona, Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena con Carpi. la venuta della vergine cristiana è attesa con ansia dai bambini perché Santa Lucia in groppa al suo asinello porta doni ai più piccini al posto di Babbo Natale e della Befana.
Qualche tempo prima della festa, i bambini scrivono a Santa Lucia una lettera in cui segnalano i regali che vorrebbero ricevere, perché sono stati buoni e meritevoli durante tutto l’anno.
In cambio dei regali, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, i bambini lasciano un piatto di farina per l’asinello, una tazza di caffè per Santa Lucia
Ma anche biscotti, vino, arance, fieno…
Santa Lucia, quando arriva, è sempre attenta a non farsi vedere e se qualche bambino cerca di stare sveglio per scorgerla, la Santa butta una manciata di cenere negli occhi dei curiosi!
La mattina del 13 al risveglio, che di solito per l’agitazione avviene parecchio prima dell’alba, la magia si compie!
Al loro risveglio, i bimbi trovano il piatto con le arance e i biscotti consumati, ma arricchito di caramelle e monete di cioccolato. Inoltre, a volte nascosti nella casa, i doni che avevano richiesti e che sono dispensati totalmente o parzialmente, secondo il comportamento tenuto.
Racconti di Luciana Nora.
Dicembre 2019 v04, Revisione,
integrazioni, editing e foto di
Mauro D’Orazi
Esperto in Dialetto Carpigiano