21 Ott Aiuto! Arrivano gli Spagnoli!
Molte sono le influenze di paesi stranieri anche sul nostro dialetto e spesso si sentono frasi e modi dire che hanno superato i secoli che fanno diretto legame a nazioni estere. Interessanti sono i collegamenti con la Spagna con riferimenti storicamente motivata.
Partiamo dal conosciuto modo di dire… pòovr a nuèeter… s a riiva i Spagnóo! Poveri noi, se arrivano gli spagnoli.
Si tratta di una frase che prevede guai, e anche grossi, al probabile verificarsi di una certa situazione negativa e dannosamente dannosa e invasiva.
Truppe spagnole furono nelle delle nostre zone in vari momenti fra il Cinquecento e il Settecento; ricordate ad esempio i Bravi di don Rodrigo?
Di questi fatti, sempre tragici, sono rimaste indelebili. L’Italia e la pianura padana sono state per secoli teatro di guerre altrui e chi ne pagava in primis le conseguenze erano le popolazioni locali che, come minimo, venivano depredate degli alimenti che servivano al mantenimento delle truppe.
Ci sono altre frasi simili sempre che sottolineano e ricordano, generazione dopo generazione, la presenza depredatoria di questi soldati, che saccheggiavano e razziavano senza pietà; ecco varie versioni dello stesso concetto:
*pòovr a nuèteer s a riiva i spagnóo, i s maagnen la chèerna e i s laasen i faṡóo; poveri noi, se arrivano i gli spagnoli, ci mangiano la carne (o la cotica) e ci lasciano i fagioli; poteva essere un ammonimento di una mamma o una nonna al bambino che tentava di non mangiare una cibo non di suo gusto;
*a riiva i spagnóo, adìo a la pgnaata cun tutt i faṡóo; arrivano gli spagnoli, addio alla pignatta con tutti i fagioli.
Nella diffusa gran povertà dell’epoca, anche i fagioli erano una ricchezza e questi avidi iberici non lasciavano ai carpigiani neanche quelli.
Ci sono poi modi di dire ricorrenti fino agli anni ’60, di uso corrente presso gli anziani di allora, detti ancora più truculenti
Pòovr a nuèeter… s a riiva i Spagnóo cun la fèssa avèerta!
Poveri noi… arrivano gli Spagnoli con patta aperta!
Oppure, rivolti ai ragazzacci:
Ch a t curra adrèe i Spagnóo cun la fèssa avèerta!
Che ti corrano dietro gli Spagnoli con fessa aperta!
Pensate solo per un attimo che nella lontana origine queste frasi, apparentemente innocue, si nasconde una storia, vecchia di ben cinque secoli, che si è inconsapevolmente tramandata, rievocativa di fame e feroci violenze di ogni genere, compiute, come d’uso, dagli invasori occupanti. Questi fatti tragici, sempre ricorrenti nelle vicende storiche, sono rimaste impresse nella tradizione orale della popolazione.
Le frasi sono addirittura riduttive e arriva a essere perfino quasi scherzoso l’accenno alle violenze sessuali, se si pensa che hanno prima torturato, poi impiccato i responsabili e sospettati di aver congiurato per riportare Alberto Pio in Carpi; poi a quelli ritenuti i capi sono state tagliate le teste e messe a marcire, infilate su delle picche, davanti alle loro case!!!
I detti sopra riportati ci provengono dall’occupazione di Carpi e suo territorio da parte delle truppe spagnole di Carlo V nel 1523-25-27, fino alla cessione dell’ex principato dei Pio ad Alfonso I d’Este nel 1527.”
Un ricordo intangibile ed evidente della presenza di questi stranieri è il Torrione cosiddetto degli Spagnoli, che l’occuparono negli anni venti del Cinquecento in nome dell’imperatore Carlo V, ostile al nostro Alberto III Pio. Dal 2014 è finalmente di proprietà del Comune e su di ci sono grandi progetti per la valorizzazione di Carpi. L’edificio sorge fra il castello e il teatro comunale; in tempi passati recenti è stato sede della Pretura, delle Poste (pacchi) e della Biblioteca comunale.
Abbiamo poi il classico: “Fraanza o Spaagna, sóol ch a s maagna!” che caratterizza, tanto per cambiare, un difficile momento politico del nostro Paese
Il detto deriva dalle lunghe guerre tra il re di Francia e l’Impero, allora legato alla corona spagnola, combattute principalmente in Italia, tra il 1500 ed il 1750.
I governi locali italiani si alleavano di volta il volta con uno dei due potenti per salvare un po’ di autonomia.
Un altro ricordo, tragico, da sempre evocato con orrore dai nostri vecchi, l è la Spagnóola; una terribile epidemia di influenza che scoppiò alla fine della 1° Guerra Mondiale e che provocò milioni di morti, più del conflitto stesso.
Anche Carpi fu colpita duramente e la tragedia è rimasta nella memoria popolare: “la (féevra) Spagnóola” divenne un fantasma più incombente e mostruoso della stessa guerra.
Questo per fortuna è il passato, speriamo di non vedere mai più, nel nostro presente, situazioni non piacevoli come queste. Buona Pace a tutti!
Av salut dimònndi e pinsèe a stèer bèin! Ché di pinsèe a s iin gnaràa abasta!
Mauro D’Orazi
Esperto in Dialetto Carpigiano