26 Ott Mille Volti della Depressione
La depressione è un abbassamento del tono dell’umore che si può presentare sotto molte forme.Ci sono persone molto controllate e abitudinarie che, pur deprimendosi ‘di dentro’non lo danno a vedere. Per chiarezza, dirò subito che uno stato di afflizione a seguito di un evento molto negativo, ad esempio un lutto o la perdita del lavoro, non è da ritenersi una depressione clinica perché ci sono delle cause oggettive. Ci si deve preoccupare per sé o per gli altri quando si vede una persona cambiare progressivamente atteggiamento in assenza di motivi validi.
In gioco ci sono dei neurotrasmettitori di cui il principale è la serotonina. In presenza di una depressione maggiore è strettamente necessaria la terapia farmacologica. Nei casi meno gravi, la psicoterapia può bastare. Nella vita di tutti i giorni veniamo spesso in contatto con depressioni di più modesta entità che però hanno effetti sulla qualità della vita di chi ne soffre e di chi vive o lavora con loro. Quali sono i campanelli d’allarme?
Fra i primi ci sono stanchezza e svogliatezza che cominciano a serpeggiare. Non si ha voglia si uscire, se viene proposta un’attività ci si sente privi di energie e si rinuncia più spesso di quanto non si partecipi. È il ritiro sociale. Progressivamente una persona colpita da depressione si chiude in se stessa e rinuncia alle attività in scala sempre crescente.
Il soggetto attua queste rinunce sociali apparentemente per ‘ricaricarsi’, ma è facile immaginare che rimanere spesso da soli sia poco ri-creativo!
Un altro segno è la distrazione; queste persone hanno difficoltà di concentrazione e sembrano sempre un po’ distaccati dagli altri. Questo succede perché perdono la capacita di partecipare ai fatti della vita, sia quelli propri che quelli altrui. Una delle ragioni è che per loro tutto, anche le piccole cose, sono faticose e prediligono perdersi nei propri pensieri. Così facendo, perdono la possibilità di ricavare soddisfazioni e la spirale depressiva progredisce.
Il depresso soffre, familiari ed amici, quindi, intervengono facendo la cosa più logica: cercano di ‘tirarlo su’ con le migliori intenzioni. Il fatto è che le persone depresse sembrano non voler migliorare, non vogliono risollevarsi. Addirittura qualche volta è pericoloso tentare di farle stare meglio perché si ottengono effetti paradossi. Questo è il segnale per rivolgersi ad un professionista.
Oltre al ritiro e alla mancanza di energie, c’è un corteo di sintomi fisici che accompagna l’umore basso. Insonnia o sonno disturbato, inappetenza, cattiva digestione e persino meteorismo. I sintomi psicologici possono essere vari. Una tendenza a rimuginare, cioè a ripetere pensieri anche di poco conto, è il segnale che il pensiero ‘gira a vuoto’.
Se l’irritabilità è un segno distintivo lo è anche il suo contrario: un umore improvvisamente molto alto e incongruo con la situazione – risa eccessive, scherzi, tendenza a correre rischi fisici o economici – è l’altra faccia della medaglia. In alcune depressioni, il soggetto compensa l’umore basso con un contrappeso eccessivo teso a negare e a contrastare i suoi veri sentimenti (cupi) che rimangono inconsci.
La persona depressa di solito non si accorge dei rischi che corre. Si crogiola in rimuginazioni e lamentele, si sottrae alle attività e compromette una buona fetta di relazioni personali e lavorative al punto che il problema, da psicologico, diventa economico. Svogliate, distratte e irritabili, le persone depresse facilmente perdono il lavoro e compromettono i loro risparmi. Coloro che compensano la depressione con stati euforici, fanno questo ancora più rapidamente.
Come sempre, i problemi psicologici non devono essere considerati delle ‘colpevoli incapacità’, ma delle caratteristiche personali, dovute al carattere e alla propria storia e a quella della propria famiglia….nodi che sarebbe vantaggioso sciogliere.